Sandra si è data da fare per raccogliere fondi per il Centro di cura per la fibrosi cistica dell’Ospedale Gaslini di Genova finché non ha deciso «che la strada più corta e migliore per combattere la malattia era di sostenere la ricerca scientifica e far sì che le informazioni sulla malattia trovassero la massima diffusione».
«So che quello che la ricerca fa oggi non servirà a mio figlio ma è per il futuro – dice Sandra. Quello che mi dà vita e stimolo ad andare avanti è darmi da fare, nonostante sia ancora poco rispetto a quanto vorrei e la Liguria sia una terra ancora ostile». A darle una mano c’è un gruppo di una quarantina di persone, che pare si stia allargando: «Mi contattano genitori che fino a ieri avevano preferito non mettersi in gioco, dicendo “siamo qui”. Questo dà soddisfazione, come quando mi cerca qualche ragazzo con Fc, perché prima di tutto significa che quelle persone hanno iniziato a esternare la propria realtà, il proprio modo di essere, che solo attraverso la condivisione può pacificarsi, naturalizzarsi e trasformarsi in qualcosa di buono».