«Il volontariato per la ricerca è difficile: non si ha una gratificazione immediata, dunque richiede di saper superare l’aspettativa di una risposta istantanea, per proiettarsi in un orizzonte più vasto». Lo dice Adriana, insegnante con 40 anni di esperienza, instancabile promotrice della ricerca scientifica come l’unica in grado di dare delle risposte a quanti lottano quotidianamente contro la malattia.

La nascita della Fondazione la trovò naturalmente entusiasta, anche perché «istituita da persone eccellenti che conoscevo dal punto di vista umano e professionale» afferma. Nel suo caso l’impegno per la sensibilizzazione si è concretizzato particolarmente nell’ambiente della scuola, dove ha realizzato convegni  e incontri con i ricercatori, avvalendosi di numerosissimi apporti. La sua passione per il teatro e il cinema le ha inoltre garantito ulteriori contributi nell’organizzazione degli eventi, a Latina e provincia.

«Il mio lavoro per la Fondazione si è espresso soprattutto nella volontà un po’ ambiziosa di andare oltre la beneficenza, per fare in modo che la solidarietà scaturisca dalla conoscenza» dice. «In particolare, nella scuola c’è la tendenza a far gestire il volontariato ai ragazzi in autonomia, riducendo a volte la solidarietà a iniziative con scarsa chiarezza di obiettivi. Credo che si dovrebbe piuttosto educare alla solidarietà partendo da un approccio conoscitivo, come occasione di crescita civile. Lo sforzo della Fondazione, del resto, è anche culturale».

Adriana non nasconde le difficoltà incontrate. «Anche se sono riuscita ad attrarre nell’orbita FFC varie altre associazioni, divenute negli anni nostre sostenitrici, il tentativo di formare un gruppo vero e proprio è stato deluso. Forse, nella nostra zona in particolare, regionalismi e localismi hanno contribuito ad alimentare le rivalità, facendo dimenticare che la ricerca deve essere superiore a interessi di parte». In lei resta vivo il desiderio che tutte le istituzioni che hanno come obiettivo la lotta alla fibrosi cistica uniscano le forze. Osserva Adriana: «Non ci si può permettere lo spreco e nemmeno l’arretratezza. I frutti della ricerca dovrebbero essere presto a disposizione di tutti: abbiamo in gioco la qualità della vita dei nostri figli e, speriamo, la vittoria della fibrosi cistica».

La Delegazione di Latina è nata nel 2003, intitolata al Mondo di Sara e alla sua gioia di vivere. Sara era molto bella e aveva mille passioni, tra cui quella di creare coloratissimi collage, che sono stati oggetto di mostre, che ritroviamo riprodotti in locandine e brochure della Delegazione di Latina e su alcune t-shirt pensate da FFC come gadget. Quei collage non smettono di comunicare il suo amore per la vita e ci ricordano che per ogni Sara che non siamo stati capaci di salvare, un’altra ne nasce per la quale la ricerca potrà fare la differenza.