Roma, 6 Dicembre 2011

BIRRE VIRTUOSE PER UN’ASTA VIRTUOSA



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CHI LA ORGANIZZA

6 Dicembre 2011

QUANDO

Roma

DOVE

BIRRE VIRTUOSE PER UN’ASTA VIRTUOSA

BIRRE VIRTUOSE PER UN’ASTA VIRTUOSA

Trenta jeroboam di “birre non birre” per 15 mila euro raccolti.

L’asta, battuta dal brillante conduttore radiofonico Federico Quaranta, con Teo Musso, produttore delle birre artigianali Baladin, e Matteo Marzotto, vicepresidente della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, si è conclusa con un generoso contributo a favore della ricerca sulla fibrosi cistica. L’iniziativa benefica parte da un’idea di Teo Musso, produttore italiano di birre artigianali di qualità. In un angolo delle Langhe, a Piozzo, in terra piemontese, la stessa votata a uve eccellenti, produce la birra proprio come fanno i grandi maestri belgi.

Non è dunque un caso che le birre-esportate-nei-cinque-continenti-Baladin portino memoria del luogo da cui vengono. Dice Teo: «Le mie birre sono una sintesi fra i processi produttivi di birra e vino e di quest’ultimo hanno i profumi e la grazia». Invecchiate in botti di rovere che conservano i profumi dei grandi vini italiani, miscelano le esperienze sensoriali scaturite dal connubio dei bouquet del luppolo, del malto e dell’uva. Di evocativo hanno pure il nome: in francese baladin vuol dire «cantastorie»: un omaggio alla tradizione orale, per birre da bere insieme, in locali dove si respira l’atmosfera teporosa dei colori e dei suoni del mondo.

Com’è avvenuto l’incontro con Matteo Marzotto?

«L’ho conosciuto quest’estate all’aeroporto, in partenza per Gibilterra, per fare una tratta della traversata in quattro tappe: 7 mosse x l’Italia, viaggio in vela da Genova a New York. Abbiamo condiviso una settimana in barca. Un’ esperienza bellissima. Di lì abbiamo mantenuto i rapporti». «L’idea di sostenere la Fondazione FC è invece nata in settembre, in chiusura d’imbottigliamento della prima annata – racconta – mi sono ritrovato a chiedermi cosa avrei potuto fare per dare un contributo a una motivazione così forte. Matteo mi aveva raccontato della Fondazione, dell’impegno a sostenere una ricerca che lo Stato non arriva altrimenti a finanziare. Si poteva fare un’asta. Ho chiamato Matteo, gliel’ho proposto e ha detto: “Sarebbe fantastico, facciamola”».

E così, nel viaggio della grande arca che è la Fondazione, oggi abbiamo un nuovo prezioso amico.