Lei è un poliziotto. Lui fa il carabiniere. Hanno tre figli di 22, 19 e 14 anni. Nessuno ha la fibrosi cistica. «Eleonora [responsabile della Delegazione del Lago di Garda] mi chiamò e mi chiese se preparavo la piazza con i ciclamini – ricorda Anna Rita. Era il 2010». Impossibile negare un piacere a Eleonora: se la guardi negli occhi le leggi una forza invincibile; se ne ascolti la voce al telefono è troppo dolce per declinarle la richiesta di un aiuto.

«Io con i miei figli, i loro amici e alcuni colleghi ci siamo ritrovati anche l’anno dopo, con due postazioni anziché una soltanto – prosegue Anna. Il Gruppo di Sostegno è nato per necessità: nel 2010 l’Ipercoop non ci aveva dato la possibilità di organizzare un banchetto al suo interno perché non eravamo delegati». Per il 2011 non si sono fatti trovare impreparati e per il 2012 progettano di migliorarsi ancora.

«Quest’anno saremo in tre punti diversi – prosegue Anna. Abbiamo tanti volontari che partecipano con entusiasmo. Piano piano facciamo sempre meglio. Ultimamente abbiamo iniziato a fare dei lavoretti a spese quasi zero: ricamo a punto croce e all’uncinetto. Si prova insomma. Di sponsor per organizzare grossi eventi ne conosco pochi e con questa situazione economica, poi, non me la sento di chiedere. C’è anche da dire che io non riesco a fare tante cose: ho un lavoro con orari impegnativi e tre ragazzi, che seguo molto, da gestire».

Arezzo è una piccola città, ma ha un grande potenziale. Dice Anna: «La cosa che più mi ha fatto contenta da quando mi sono impegnata come volontaria, è stato assistere alla grande solidarietà di cui sono capaci gli italiani: più di quanto possiamo immaginare, anche da chi ha poco e in un periodo come questo. È la cosa che mi spinge a continuare. Ad Arezzo sono in pochi a conoscere la malattia ma di persone curiose ce n’è tante e, via via, mi stanno chiamando».